E’ scomparso ANTONIO GHIRELLI, Presidente Onorario dell’AICS, giornalista, scrittore, voce autorevole dello sport e sensibile interprete della napoletanità.

 In COMITATO

 

Nota del Presidente Nazionale AICS Bruno Molea sulla scomparsa di Antonio Ghirelli l'1 Aprile 2012

Antonio Ghirelli è stato un grande amico dell’Aics che ha condiviso segmenti importanti di evoluzione, di emancipazione, di crescita nel tessuto sociale e culturale del Paese. Era un giornalista eclettico che spaziava dallo sport alla cultura, dalla tutela ambientale alle politiche sociali. Credeva fermamente nell’associazionismo come uno dei più interessanti fenomeni della società civile. Una scintilla vitale (così la definiva) che si autodetermina fuori da schematismi tradizionali, un anello di congiunzione per mediare i difficili rapporti fra le istituzioni e gli spontaneismi di base.

Penso che l’associazionismo-dichiarava Antonio Ghirelli- sia uno dei fenomeni più interessanti ma anche uno dei meno studiati e compresi della nostra epoca. Lo interpreto come uno dei migli ri prodotti dell’educazione alla libertà, merito storico della nostra Repubblica. La cultura dell’individualismo si fa largo a gomitate tra la crisi dei partiti, dilaga sulla stampa e nei media, ma cresce anche l’associazionismo che ne è l’esatto opposto. Entrano in crisi le maggiori espressioni tradizionali più o meno legate ai grandi partiti politici, ma l’associazionismo sportivo, sociale, culturale, cresce ma non riesce a cancellare le peculiarità di area marginale.” Emergeva sempre più negli interventi di Ghirelli il forte senso di equidistanza dell’associazionismo da qualsiasi colorazione partitica:”L’eccesso di politicizzazione spiega il decadimento delle più grandi associazioni: l’associazionismo può tendere a diventare istituzione, non può tendere ad essere appendice di un partito .L’eccesso di frammentazione determina la fragilità dell’associazionismo mentre l’incapacità di vivere momenti unificanti appare come una limitazione del suo valore etico e sociale che pure ne costituisce- o dovrebbe costituire- la principale ragione d’essere.”

 

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